Siamo
arrivati alla prima sfida casalinga da dentro o fuori, inutile sottolineare l’importanza
dei tre punti nella prossima gara. Siamo stati i primi a credere in questa
avventura della strana coppia in panchina poiché era frutto di pensieri liberi
(probabilmente perché disperati) e di colore amaranto. Quando la Reggina si
chiude in sé stessa, concentrando le proprie forze sul lavoro, i risultati sono
sempre arrivati, anche nei momenti difficili come questo. Ce lo dice la nostra
storia, ce lo ha confermato la vigilia di Pescara con quel ritiro che ha prodotto
la squadra spigliata del primo tempo all’Adriatico.
L’avventura
era partita benissimo, con un assetto molto difensivo, modificato per creare
più occasioni (giustamente in quel caso) già nella terza partita a Castellamare
dove la squadra era andata sotto. Col Trapani le prime vere sostanziali
modifiche, sempre finalizzate all’azione offensiva con Gerardi centravanti, Di
Michele e Sbaffo sulle ali, Maicon terzino destro: non ci avevano convinto. Si
è proseguito più o meno sulla stessa linea, con il ritorno Di Michele al
centro, con Dumitru sempre più attaccante e meno centrocampista e con Sbaffo
meglio integrato nel gioco da mezzala o trequartista. I risultati non hanno
premiato questa scelta ma, nel frattempo, la squadra è cresciuta in personalità
e pericolosità offensiva; i due pareggi contro Modena e Pescara hanno
confermato la capacità della Reggina di trovare il gol. Ciò che è peggiorata è
la tenuta difensiva che, a differenza dell’inizio del ciclo, ha portato troppi
gol incassati per leggerezze, paure e scelte errate. Da una squadra tutta
arroccata dietro ed utilitaristica (che non dispiaceva visti i tempi magri), si
è passati ad una squadra che mette palla a terra e schiaccia l’avversario,
chiunque esso sia. Il passaggio è stato enorme dal punto di vista calcistico,
il dazio pagato abbastanza pesante. Va anche
ricordato che sul percorso della squadra amaranto ci si sono messi anche gli
arbitri con decisioni che hanno indirizzato diversamente alcune gare. Adesso
però serve completare il tutto con la sistemazione definitiva della fase
difensiva perchè la salvezza della Reggina passa da lì.
In
settimana ci hanno fatto riflettere due aspetti, se vogliamo contrapposti, l’appello
di Di Michele e le mancate promozioni sui biglietti. Sono aspetti paradossali,
interni alla Reggina: col Crotone la società ha fatto intendere che avrebbe promosso
volentieri iniziative rivolte alla gente ma, per motivi di sicurezza, non ha
potuto; stavolta, col Latina, con tifoserie gemellate niente, lo zero assoluto.
Altra occasione persa per cercare di ricomporre con ulteriori tifosi quel
feeling interrotto già nel dopo Bari. Nelle parole di Di Michele a “Chisti Simu”
il tifoso ha anche ascoltato qualcosa di diverso, cioè, un accenno a
determinati personaggi della città che sostanzialmente remano contro. Nulla di
nuovo per noi, ormai docenti in queste tematiche. Ci va soltanto di
sottolineare una certa coerenza tra le cose scritte in passato su questo blog e
ciò che via via esce fuori dalle parole dei protagonisti. Inutile sottolineare
come ormai siano pochi e ben circoscritti i personaggi del quiz lanciato dal
capitano. A lui ci rivolgiamo con un messaggio da condividere con la squadra:
prima servono i fatti, poi i sassolini dalla scarpa; salvatevi e poi parlate,
lo diciamo con qualche esperienza nel settore.
Reggina-Latina
è una sfida fondamentale in vista del rush finale ma soprattutto delle prossime
tre partite. Una vittoria ci permetterebbe di giocare per il doppio risultato a
Padova (col quale siamo in vantaggio negli scontri diretti), ci consentirebbe
di andare a Palermo con la forza dei nervi distesi e di presentarci all’altro
spareggio col Cittadella ancora in corsa. Le squadre di Breda le conosciamo: densità
difensiva con quanti più uomini è possibile dietro la palla ed eventualmente
anche dentro l’area. Serve tenere alta la concentrazione e non mollare mai la
presa per salvare la Reggina. Chiudiamo con le dichiarazioni rilasciate al sito
ufficiale da parte di Dumitru.
Buona partita e benvenuti agli ospiti di Latina che all'andata ci accolsero con questa sciarpa.
® Riproduzione vietata anche parziale. Consentita solo previa citazione della fonte. Tutti i diritti riservati