lunedì 6 gennaio 2014

REGGINA, IL CENTENARIO E' L'APOTEOSI DEL NON GABBU E NON MARAVIGGHA!

Quello che era già nell’aria è divenuto stamani realtà: l’11 gennaio la Reggina non festeggerà i suoi cento anni di storia. «Data da ricordare nei nostri cuori. Adesso non c’è lo spirito per festeggiare. Ma chiaramente se le cose si metteranno bene, dedicheremo un evento coinvolgente ai nostri cento anni amaranto», così Lillo Foti in un’intervista concessa a Tonio Licordari su “Gazzetta del Sud”.

Dire che è vergognoso non rende l’idea. Qualche penna obietterà che c’è una squadra da salvare e che adesso bisogna pensare al mercato. Noi rispondiamo che il centenario doveva essere qualcosa di costruito nel tempo, già dall’inizio della stagione e non solo nell’ultima settimana. Di più: il centenario doveva essere la colonna portante della stagione! Inoltre, come dice Foti, se dovessimo malauguratamente finire in Serie C, saremo l’unica squadra di calcio del pianeta che non avrà festeggiato i suoi cento anni.

Noi parliamo adesso perché siamo stati gli unici, questa estate, a far notare che non c’era una maglietta celebrativa del centenario tra le tre divise ufficiali della squadra mentre la stampa di regime, tacendo, non ha posto obiezioni. Adesso non ci sarà nulla nonostante la presa per il culo della pagina Facebook della Reggina, che l’11 dicembre ci informava che mancavano 30 giorni all’evento (che poi i giorni erano 31: alla Reggina non sanno nemmeno che dicembre è composto da 31 giorni, quindi dovevano scrivere che mancava un mese, non meno 30); nonostante i proclami fatti questa estate, con Foti che si inalberò quando qualcuno gli fece notare che per lui la Reggina era nata nel 1986: «Queste tesi, così faziose, non meritano risposte». Eh no, caro Presidente, Patron o come diamine vuole essere chiamato: questi sono i fatti! Una società che non ha esitato a festeggiare i suoi venticinque anni, con tanto di maglietta celebrativa, interviste sul sito ufficiale ai protagonisti di quello storico traguardo, festa di presentazione. Per il centenario niente di niente, solo tante parole, un inizio di festa alla prima giornata e nulla più. Ancora oggi, sul suo sito ufficiale, campeggia una pagina riguardante i 98 anni di storia!!!

Ma che diritto ha lei, caro Foti, di offendere (perché di questo si tratta) la storia della squadra di calcio della città? Di tutte quelle persone che hanno tifato per la Reggina prima di lei e che oggi sono ancora là, di quelli che ci sono stati prima e non ci sono più, delle generazioni future che potevano essere avvicinate da un evento che capita una volta nella vita a chi ha la fortuna di esserci? Lei, sempre in estate, ha detto che ci sarà un avvicinamento costante all’11 gennaio e che avrebbe coinvolto la città: in questi mesi non c’è stato nulla, l’ennesima bufala propinata ad una tifoseria che non le crede più e che l’ha abbandonata.

Doveva essere organizzata un’amichevole con i giocatori storici per l’11 gennaio. Settimana scorsa qualcuno dei parenti di questi calciatori chiedeva in rete se qualcuno a Reggio aveva notizie, visto che le famiglie dovevano organizzarsi con lavoro e quant’altro. Lo chiedeva ai tifosi perché dal Sant’Agata nessuno si è degnato di fare una telefonata per dire: signori, la festa è rinviata. Ma cos’è diventata la Reggina? Dove sono quei valori che lei, Presidente, richiede ai calciatori quando è il primo a fregarsene?

Diciamo le cose come stanno allora: lei ha dimostrato di essere un dirigente incapace di dirigere una squadra di calcio quando ha deciso di camminare da solo. I risultati degli anni passati sono stati costruiti sull’asse Foti-Martino-Iacopino, la triade dei successi amaranto. Li ha mandati via ed ha avuto la fortuna (il famoso culo di Foti, noto a tutti in città) di trovare un allenatore come Mazzarri (insieme a dirigenti come Bigon e Calveri) che per tre anni ha messo le pezze, centrando tre salvezze, l’ultima delle quali miracolosa (con 51 punti fatti sul campo) dopo i suoi imbrogli telefonici per i quali, in primo grado, è stato condannato da un Tribunale, quello di Napoli, ed è finito prescritto ma non assolto (ed è una bella differenza). Ha cacciato Iacopino dopo 42 anni, lui vera bandiera amaranto! Ha avuto, nonostante tutto, la fortuna di trovare un dirigente stravagante, ma capace, come Tolentino e l’ha fatto scappare via (ed i giornalisti dovrebbero raccontare perché è andato via nonostante, visto che lo sanno): chi è capace non ha modo di emergere al Sant’Agata.

Vale sul campo, vale dietro le scrivanie: lo stadio vuoto, il penultimo posto, un centenario che scivola via così e che non torna più. Si tenga la sua Reggina 1986, il centenario è dei tifosi della Reggina, non suo. 
NON GABBU E NON MARAVIGGHIA!
® Riproduzione vietata anche parziale. Consentita solo previa citazione della fonte. Tutti i diritti riservati