venerdì 7 febbraio 2014

DOMANI JUVE STABIA-REGGINA

Dopo la seconda vittoria consecutiva, per uno a zero, la Reggina ritorna in trasferta per affrontare l’ultima della classifica ma una delle migliori per rendimento attuale. Infatti, se consideriamo questo girone di ritorno, soltanto Cesena, Trapani, Ternana (in striscia dall’ultima gara dell’andata giocata contro di noi) e la squadra amaranto hanno fatto meglio degli stabiesi. La gara è dunque difficile non soltanto per fattori ambientali (pubblico, motivazioni da ultima spiaggia e terreno sintetico) ma anche per valori tecnici e condizione generale dell’avversaria.

La Juve Stabia cercherà di fare la partita, il copione dovrebbe essere il solito, salvo imprevisti malauspicati in settimana dal gracchiante conduttore anti-calcio che si ritrova in organico la radio ufficiale della Reggina: «Vogghiu viriri comu facimu si signunu prima iddi!». Quando la genialità pervade l’etere non si può far nulla, meglio pensare ai temi della gara. Zanin si ritrova una freccia in più, nel proprio arco, rappresentata dal nuovo attaccante Dumitru, alla prima convocazione. L’impostazione tattica proposta da Zanin prevede la difesa a quattro con giocatori di ruolo, reparti vicini, applicazione del fuorigioco all’occorrenza e molta attenzione alla condizione atletica, insomma una riproposizione di concetti del calcio moderno che in precedenza erano stati “oscurati” da queste parti.

Diego Zanin è un ragazzo di campo che conosce il calcio, ha un notevole aiuto, nella gestione del gruppo, dall’inossidabile avv. Gagliardi. Quest’ultimo rappresenta la differenza emotiva, l’approdo dei veri valori umani nello spogliatoio e tutto ciò che è funzionale all’approccio cazzuto alla gara. Altro che mental-coach! Dicevamo che alcuni concetti di gioco sono stati ripresi, dalla parentesi Castori ma, il nostro tecnico attuale, ci ha messo del suo perché ha intuito che, con un solo girone da giocare, qualcosa andava rischiato e, cercando l’equilibrio, ha allargato la squadra con due laterali di centrocampo che diventano attaccanti in fase di possesso palla.

Alla luce dei risultati attuali, e di taluni exploit passati, si può affermare che la squadra non era e non è così scarsa come la dipinge la classifica. Cosi come si può anche affermare, senza possibilità di smentita, che nessuna “idea”, nessun dettame tattico della gestione Atzori appartenga alla “nuova” Reggina. Detto ciò non è che il problema di quest’anno sia stato risolto, l’insidia è sempre dietro l’angolo, si fa presto a tornare con la testa dentro il tombino della strada senza uscita in cui ci eravamo cacciati. Però non possiamo non notare come questa squadra abbia notevolmente coinvolto il pubblico, acceso la speranza e riscaldato i cuori dei tifosi. Premendo il tasto rewind del campionato, questo è già un risultato molto importante. Il pubblico però deve assorbire anche alcune negatività, come le analisi di alcuni addetti ai lavori che, davanti ad un mercato poco attivo (rispetto alle loro stesse aspettative), sono costretti a raccontare di grandi acquisti, di organico stravolto, per giustificare le proprie tesi precedenti che definivano la squadra come scarsa.

Allora siccome non funziona questo modo di fare, partiamo alla Iddusapi, fino alla conclusione. Per iniziare la “raffica”:
- a terzino destro gioca Adejo, che era finito in panchina;
- a sinistra c’era pure all’inizio Barillà che terzino non lo vedeva nessuno, tanto da rimpiangere Rizzato;
- centrale gioca Lucioni, che aveva lasciato il posto a Strasser;
- l’altro centrale è Ipsa, non uno nuovo;
- davanti alla difesa gioca Strasser (e non aggiungiamo altro);
- a centrocampo giocano Dall’Oglio e Sbaffo, come prima;
- la prima punta è Di Michele (cosa sempre contestata a chi l’aveva messo lì).
- in mezzo l’unico nuovo è Pambou mai considerato nonostante la segnalazione ed arruolabile dal primo dicembre;
- Maicon e Fischnaller c’erano pure.

Questo per dire che il pur bravo Pigliacelli non sarebbe bastato se non ci fosse stata una corretta interpretazione dell’organico ed il grande lavoro tattico e mentale svolto dallo staff attuale. Son troppo pochi quelli che hanno tentato di ragionare sull’organico e sulla sua conduzione, come lo hanno fatto successivamente per fortuna (e per bravura) i tecnici Zanin e Gagliardi; questo è uno dei motivi per i quali la nostra piazza calcistica funziona male, chi ha avuto il coraggio di esprimersi è stato indicato persino come nemico della propria squadra!

Ma vogliamo parlare di coloro rivendicano competenza innata e capacità di giudizio anticipato? Certamente! Gli aspiranti “Mentana de noantri”, quelli che nulla obiettavano a giugno, a luglio, ad agosto, a settembre, ma aspettavano la sconfitta in casa col Carpi (28 settembre 2013) per cavalcare l’onda della protesta popolare alla conduzione tecnica. Meglio tardi che mai si dice in questi casi! Poi ci sono anche i più esperti, i vecchi opinionisti, che si sono lanciati sul web. In tempi passati si poteva parlare senza contraddittorio, magari davanti ad una telecamera mentre oggi, nell’era dei social network, chi pensa di poter “indirizzare” il pubblico anche tramite internet, viene immediatamente messo a tacere dai tifosi stessi che, argomentando a dovere, smontano tesi errate! In ultimo, a completare il quadretto, ci sono quelli che sono sempre e comunque dalla parte “giusta”, che però si contraddicono rinnegando gli ex, per ben due volte nella stessa stagione, dopo due esoneri, mentre prima ci ridevano e scherzavano e dopo ci ri-ridevano e ci ri-scherzavano…

Si vis pacem, para culum!
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