Di
Michele: Per tentare di spiegare i due errori del primo tempo dobbiamo tornare
indietro di due settimane, all’occasione di Di Michele in Reggina-Varese. Il
gol e la buona prestazione di Carpi sembravano aver cancellato questo episodio
ma, evidentemente, qualcosa è rimasto in negativo su di lui. Partiamo da qui:
alcuni hanno detto e scritto che aveva spazio per il tiro, facilmente. Il
portiere esce bene, chiude lo specchio e dà la sensazione di poter coprire
entrambi i pali con i piedi. Accade che Di Michele coglie questo aspetto ed
opera un pallonetto che gli era anche riuscito, se non ci fosse stato il
recupero prodigioso di Corti. Esistono
anche attaccanti che tirano e trovano il gol sia chiaro, con palla che magari
passa sotto le gambe.
L’episodio precedente lo collegheremo a quelli contro il Crotone.
Questa è una delle poche palle alte, che soffrono sempre i crotonesi, vanno in
difficolta su questo cross tagliato, quasi verticale di Sbaffo.
Hanno combinato il solito patatrac, il difensore a terra, per
togliere la palla dalla disponibilità di Dumitru, da terra la manda verso il
limite dove c’è Di Michele.
A questo punto ci diamo la nostra spiegazione psicologica, tornando
indietro al recupero di Corti: la fretta! Di Michele ha tre uomini che in
qualche modo coprono il tiro. Qui da un
giocatore come lui ci si aspetta freddezza/calma. Abbiamo la palla nei piedi in
area e loro sono in apnea. Il giocatore che si lancia verso di lui lascia un
passaggio a Dumitru che è tenuto in gioco da portiere più altro uomo. La fretta
di concludere porta ad un tiro alto.
Contropiede di Lucioni che parte palla al piede da dietro, serve Di Michele sulla
destra e segue l’azione. Di Michele supera in dribbling l’avversario quindi
trasforma questa azione in pericolosa.
Ritorna il nemico fretta. Vede Lucioni al centro e crossa: sbagliato. Le
alternative sono due: palla bassa sulla linea dell’area piccola oppure portare
palla ancora un poco (verso la porta) e servire dietro Lucioni.
Qui c’è una deviazione del portiere che non ha visto nessuno in diretta.
Il guantone girato evidenzia l’intervento.
Prendiamo un cross, siamo al 64’. La sintesi del Crotone fin qui dice solo
questo dopo 19 minuti del secondo tempo, un tiro a lato da fuori ed un altro
cross nei primi 45 minuti. La difesa è in linea, ci sono due uomini in area,
uno controllato e l’altro leggermente trascurato da Foglio, che non è neanche
in linea con la difesa.
Tocco di Adejo e dell’avversario che deviano leggermente la palla, Foglio ha
ritrovato la linea ma per fare questo ha lasciato spazio eccessivo
all’avversario. I tocchi lo ingannano e Cataldi ha tempo di sistemarsi.
Questo è il momento in cui Cataldi capisce che può incrociare liberamente.
La squadra ha appena pareggiato, ma la serenità del Crotone porta gli avversari
a scomporsi e fare qualcosa che non avevano mai fatto: sbilanciarsi. Rischiano
di prendere contropiede ma un rilancio sbagliato gli riconsegna palla, servizio
a destra. Va a raddoppiare Lucioni ma si beve la stessa finta di Barillà.
Qui abbiamo l’ultima occasione per evitare la sconfitta, nonostante siano
saltati esterno e centrale (Lucioni con la X) ma su questo pallone messo dentro
non aggrediamo verso la palla (con Adejo).
L’attaccante va verso la palla e si prende gol.
Rigore:
mettiamo solo l’immagine che precede il rigore per evidenziare in che stato era
una squadra che commette un fallo da rigore, sulla linea di fondo, senza avversari
in area…
* * *
La
cosa che vogliamo rimarcare è ciò che succede dopo il gol dell’1-2 perché accade
qualcosa che non deve mai succedere. Siamo al 74’, significa che mancano venti
minuti (compreso recupero alla fine) alla fine. In una partita dove non sono
mancate le occasioni per noi, dopo aver dimostrato di reagire dopo soli 9
minuti al gol preso, non si può subire psicologicamente e mollare la
partita. Si lotta fino alla fine! Solo
per esempio, un pareggio ci faceva accorciare di un punto sul Novare e stare
assieme a Cittadella e Padova. In ogni caso “sbracare” in queste condizioni non
esiste.
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