È FACILE CRITICARE FOTI ADESSO
Peccato
che a farlo siano quelli che nel post Mazzarri esultavano con lui
Parte
l’era Tortelli: l’unico rimedio per superare la crisi è fare risultato
Lillo Foti
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Dopo le dimissioni di Cozza (onore a
lui per il gesto raro) la moda dell’ambiente calcistico reggino ha portato ad
un tardivo tiro al bersaglio contro Foti, correlato ai pessimi risultati sul
campo anche da parte di chi, ieri, davanti alle briciole di una salvezza
risicata in A, non faceva altro che portarlo in carrozza. Permetteteci di non unirci
a questo coro perché abbiamo una diversa visione degli aspetti sportivi e
societari. Non volevamo partecipare al campionato in corso, mentre molti erano
contenti, perché vista la strada che portava alla scelta della guida tecnica, ci
spaventavano le possibili cattive figure nei derby; avevamo intravisto la luce,
in fondo ad un tunnel lunghissimo, quando l’istituto del Tribunale è stato affiancato
alla società. L’iscrizione al fotofinish
è stata accolta come una vittoria e pertanto ogni altra considerazione opposta
portava tali pensieri ad essere qualificati come anti-Reggina. Adesso che il
campionato è in corso quasi ci si vorrebbe liberare dello stesso, annullando
tutto ciò che è stato finora. Il campionato va terminato, con onore e dignità,
cercando di centrare una salvezza dovuta e di andare a vincere i derby rimasti.
Lo stadio “Enzo Mazzella” di
Ischia, nel 1995 eravamo proprio qui
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Che piaccia o no, la Reggina è in
difficoltà da tempo, non da quest’anno o dallo scorso, ma da quando la storia
andava e arrivavano i migliori risultati dal campo, cioè, i 51 punti dei
cittadini onorari. In quel periodo molti dei contestatori di oggi erano sul
carro presidenziale; proprio quando s’incassavano plusvalenze spaventose ed
invece di investire parte degli introiti, si festeggiava la salvezza in cambio di
assordanti silenzi. Noi ci siamo arrivati con qualche mese di ritardo, diciamo
tecnico, con i discorsi relativi ai bilanci: il periodo migliore, quello
dell’estate post Mazzarri con la vendita di Bianchi al City, lo abbiamo potuto
conoscere nelle cifre successivamente. Nel momento in cui abbiamo letto costi
d’acquisto irrisori per calciatori, in confronto alle consulenze di mercato
abnormi, abbiamo iniziato a farci ed a porre domande scomode che non hanno mai
ricevuto risposte.
Pierantonio Tortelli
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Per cercare di spiegare la tragica
posizione della classifica odierna, “si dice” che l’allenatore rappresenta
l’ultimo dei problemi, perché il primo è Foti. Per chi scrive, le malefatte del
presidente non spiegano la posizione in classifica (di un organico certamente
non da ultimo posto), spiegano invece le scelte sbagliate che stanno a monte,
tra le quali anche quella dell’allenatore. Molte volte leggiamo ipotesi di
emulazione del fallimento del Bari. L’abbiamo seguito in estate e conosciamo
benissimo l’argomento, punti di vicinanza tra le due storie ne esistono ma, scrivendo
ciò, non possiamo dimenticare i fatti: l’allenatore ed i giocatori del Bari erano
senza società ed hanno ottenuto lo stesso risultati, questo per spiegare che
nel calcio, per fortuna ancora, i risultati possono arrivare anche nelle
peggiori condizioni.
Finora ci siamo adeguati all’infimo
livello tecnico della categoria nel peggiore dei modi, sembrando persino più
scarsi di altre pericolanti. Non si guardano mai i nomi dei giocatori delle
varie Aversa, Lupa Roma ecc. ecc., si guardano i nostri e si conclude che siamo
scarsi! Facile affrontare così la questione, soprattutto quando in panchina c’è
una figura gradita, quando invece ci passano altri allora dopo due gare andate
male ci si scaglia contro a colpi d’incompetente.
Probabilmente ci sarà una
rivisitazione tattica, da fermi estimatori del 4-3-3 zemaniano, siamo
consapevoli che ogni tentativo di imitazione sia da programmare in sede di
ritiro e con gli uomini adatti a sviluppare il progetto tattico; le
improvvisazioni portano confusione e, di conseguenza, i risultati che sono
arrivati. Il nostro organico pecca di un
terzino destro e di un centravanti per attuare quel sistema di gioco mentre la
strategia tattica peccava dei fondamentali concetti di fuorigioco e pressing. Allora
una soluzione intelligente è quella di adeguare il proprio modo di stare in
campo alle caratteristiche dei giocatori, cercando di ovviare alle lacune. Il
nuovo tecnico Tortelli, con la collaborazione di Padovano, Mozart e degli altri
dello staff, tra cui il nuovo preparatore dei portieri, dovrebbe fornire queste
soluzioni, nella speranza che la sua apparizione in panchina non sia
temporanea.
Il problema dell’attacco è
risolvibile rinunciando alle tre punte, quello della fascia destra è più
complicato. Tra i possibili interpreti
del ruolo di laterale destro abbiamo: Aquino, Di Lorenzo, Ungaro ed Ammirati,
per quel che si è visto, forse soltanto l’ultimo (che ha fatto qualche
spezzone) potrebbe cimentarsi nel ricoprirlo con profitto. Da queste pagine da
tempo sosteniamo che le prove balbettanti di Dall’Oglio forse sono da
ricondurre ad un’attitudine negativa al ruolo affidatogli. Probabilmente il
sistema di gioco sarà variato, ritornerà titolare a centrocampo, bisogna vedere
dove sarà collocato il siciliano, speriamo che il nuovo tecnico gli assegni
compiti da corridore più che da gestore statico di palloni in mezzo al campo. Posto
che a sinistra Karagounis ci può stare, a centrocampo crediamo sia l’ora di
affidare al giovane Maita le chiavi in cabina di regia, con accanto qualche ragazzo
che ci metta anima, cuore e la personalità che serve per giocare senza tanti patemi,
con la sfrontatezza di chi è giovane e mette aggressività e tecnica a
disposizione della squadra. In difesa si registrerà ancora l’assenza di
Camilleri, trovare difensori affidabili in questo momento è complicato, siamo
obbligati a puntare sul deludente Di Lorenzo degli ultimi periodi, purché si
ritrovi al più presto.
La coperta sembra cortissima e soltanto
attraverso un’applicazione collettiva, con una squadra corta si può ovviare al
problema. Ungaro e Crescenzi non stanno certamente contribuendo alla causa,
qualcos’altro ci sarà (Syku?) oppure non ci resta che sperare in un
miglioramento del loro rendimento. In avanti Di Michele ed Insigne
rappresentano una coppia a termine per motivi diversi: uno chiude una carriera
importante e l’altro parte per una carriera che potrebbe esserlo ancora di più.
Entrambi sono accomunati dal periodo definito di partecipazione (fino al
termine del campionato) e dalla responsabilità del futuro professionistico
della Reggina; potessimo scegliere due attaccanti per la Lega Pro,
coerentemente con quanto abbiamo sempre scritto, sceglieremmo proprio loro due.
Si gioca ad Ischia contro una squadra
nelle nostre identiche condizioni: scarsi risultati, cambio di tecnico, morale
sotto i tacchi. La partita è difficile e va affrontata con la determinazione da
ultima spiaggia, bisogna tirare fuori il meglio di ognuno, al nuovo staff il
compito di risollevare questa formazione, il rapporto con la gente ed il
risultato finale.
Forza e coraggio!
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