sabato 14 febbraio 2015

DOMANI REGGINA-JUVE STABIA (Ore 12.30)

VI ASPETTIAMO!

È amaranto il colore di San Valentino
Nel giorno di San Valentino siamo alla vigilia della sfida con la Juve Stabia che è un avversario temibile. La classifica li vede impegnati nella rincorsa ai play-off, chiaro il loro intento di raccogliere punti per cercare posizioni migliori nella griglia. All’andata questa differenza di classifica si vide poco, la Reggina aveva trovato modo e tempi per creare problemi, con un 3-5-2 inedito dove spiccò la prestazione di Maita adesso fuori rosa per motivi extra-calcistici.  In quell’occasione arrivò una sconfitta bruciante per 2-1, erano tempi in cui si sperimentava e regnava confusione sul campo e fuori. Adesso la differenza è molto ampia in classifica ma possiamo tranquillamente affermare che la Reggina di oggi, rispetto al rottame di fine anno, viene vista in modo diverso, anche dagli avversari di turno, perché tra mercato, risultati che iniziano ad arrivare e spirito di squadra, possiamo rappresentare un rischio per chiunque.

È stata la solita settimana che precede la Juve Stabia dell’esperto Caserta, con le solite interviste sui suoi pensieri e sui possibili motivi del suo mancato arrivo; originalità a profusione, con eventi ciclici! Sinceramente ci interessa molto di più la partita in sé, poiché collocata come orario prima di altre gare importanti per la zona salvezza. Chi lotta in basso ha una giornata difficile contro avversari di alta classifica ciò significa che prendere punti in tali snodi del calendario può fare la differenza al tirar delle somme. A maggior ragione se il calendario lo si guarda nelle giornate successive, in particolare e senza nominarli eccessivamente i “selfie-sti” di fronte devono affidarsi all’unica arma a loro disposizione, per eleganza scriviamo “fortunella”, per raccogliere qualcosa prima di entrare pesantemente in zona rossa. Sono sei punti di distacco, non pochi ma neanche troppi per puntarli, la squadra ha il dovere di cercare la salvezza diretta, perché adesso abbiamo qualcosa in più, dal campo alla panchina. Alla spicciolata sembra che dopo Di Michele possa ritornare qualche altro, la squadra è solida già così, altre armi sui piazzati o calciatori capaci di risolvere con la singola giocata risultano un surplus non più una necessità come prima.

La svolta è avvenuta grazie a due fattori che stanno coesistendo all’interno del gruppo: la gioventù positiva di chi è sceso in campo a Caserta e l’esperienza dei vari Belardi, Cirillo e Aronica che hanno preso per mano i primi. Il tutto avvenuto sotto la diligente guida di Alberti che ha agevolato questa “presa di spogliatoio”.  A loro si è aggiunto negli ultimi giorni Di Michele mentre tarda il placet per Insigne. Sono valutazioni dall’interno sulle quali c’è poco da disquisire, un gruppo lo conosci se ci fai parte, a distanza non puoi coglierne i differenti comportamenti. Detto ciò avevamo etichettato male Di Michele e non torniamo un passo indietro. Qualsiasi cosa sia successa, a maggior ragione visto il reintegro, andava risolta subito senza abbandonare la barca che si è presentata, ad esempio, a Messina. Tutti hanno avuto problemi economici con qualcuno, in tutte le professioni, tanti vanno ugualmente avanti, figuriamoci se non si debba fare in quella del calciatore che è una di quelle privilegiate.

Per dirla a modo nostro, se il presidente ha venduto (o tentato di vendere) azioni in estate ad allenatori, in inverno a giornalisti e tifosi, ora a chi va in campo, non ce ne può fregar di meno, anzi andava fatto prima. Con questo non vogliamo dire che i reintegri passino dal capitale sociale, vogliamo soltanto rappresentare in modo altamente confusionario l’estremizzazione del concetto! Si è “buffoneggiato” per troppo tempo nei confronti di una tifoseria che mai come quest’anno meritava rispetto e dedizione alla causa. La delusione della retrocessione dalla B è stata una caramella rispetto alle pillole amare ingoiate fino a due settimane addietro.

Proprio nei momenti più sereni bisogna ricordare dove e quando si è sbagliato, in modo lucido; ci sono errori che possono capitare, situazioni che ci siamo andati a cercare dall’inizio. Quando Insigne scommette con Foti sui 15 gol la risposta dev’essere: se ti vedo che non dai la palla al compagno smarcato ti faccio allenare all’aeroporto. Forse quattro mesi dopo non te lo ritrovi col suo procuratore che straparla, costretto a farlo allenare proprio vicino l’aeroporto.  Questa è solo una delle tante cose sbagliate, lo sapete come la pensiamo sul capitolo allenatore, abbiamo criticato ferocemente Alberti a Barletta ma nulla a che vedere col giudizio complessivo; adesso c’è un allenatore (anche da criticare) mentre prima si pensava di fare una stagione con un ragazzo in panchina che allenatore ancora non lo era. Bastano soltanto le prestazioni di Masini per identificare i problemi tecnici e tattici che ci sono stati.

Si pensa al progetto su un nuovo stadio, senza soldi, quando in quello stadio c’è stata la serie A, cosa dovrebbero dire a Barletta? Si pensa di vendere metà del capitale sociale ad altri senza mai dire io che sono il presidente/proprietario metterò questa cifra. Non sono storie credibili e finché verranno pompate, accettate e subite, rimarremo sempre una piazza sottomessa alle cazzate di alcuni. Reggio ha uno stadio ed una tifoseria importante. Questa sono certezze, per il resto ognuno faccia il suo. Ad una tifoseria dignitosa che ha dimostrato a tutta l’Italia due cose bellissime, cioè, di saper vincere e di saper perdere non devi più sfruculiare gli zebedei. Quest’anno è mancata la squadra, il presidente, l’allenatore, non altro.  Il presidente faccia il serio e sottoscriva (più che può) un numero di azioni congrue della società di cui è proprietario quasi pieno, l’allenatore continui a dimostrarsi tale senza i passaggi tattici a vuoto del secondo tempo di Barletta, la squadra faccia il suo che ne ha le capacità. Tutto il resto c’è ed è già avanti… vi aspettiamo!
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