lunedì 20 giugno 2016

REGGINA: TANTA DISINFORMAZIONE, FACCIAMO ORDINE

Il calcio giocato lo abbiamo abbandonato che era inverno su queste pagine, scriveremo di altro perché riguarda la nostra squadra, la nostra passione, i nostri ricordi e le persone che ci onorano della loro lettura. Per fare un breve riassunto:

 La Reggina non si iscrive alla Lega Pro per gravi problemi economici;
 La F.I.G.C.  svincola i calciatori azzerando il patrimonio tecnico;
 Il tentativo popolare di salvataggio viene veicolato verso la creazione di una nuova affiliata che ottiene l’iscrizione (previo esborso di una consistente cifra a fondo perduto) in sovrannumero in D;
 La Reggina Calcio mantiene affiliazione con il suo numero d’iscrizione (matricola) poiché continua l’attività giovanile. Su questo punto nulla è stato fatto di strano e di nuovo, basterebbe guardare quanti casi ci sono stati di abbandono del calcio a 11 per attività femminile o di calcio a 5.
 Il tentativo di chiamarsi sin dall’inizio A.S.D. A.S. Reggina 1914, “Le energie, comunque, non saranno disperse; l'impegno resta ed il patto stretto con Reggio non verrà meno così come testimonia la nascita dell'ASD "A.S. Reggina" e la sua affiliazione alla L.N.D.-F.I.G.C. avvenuta ufficialmente nel pomeriggio di ieri in Catanzaro al cospetto del Presidente regionale Saverio Mirarchi.”  (comunicato dell’ATS SALVIAMO LA REGGINA del 28 luglio 2015), fallisce in quanto la federazione considera ancora il nome Reggina appartenente ad altra affiliata;
 La Reggina vola verso il tribunale mentre l’altra squadra prende sempre più le distanze dalla vecchia.
 La Reggina Calcio fallisce con esercizio provvisorio, vengono nominati due curatori, decadono le cariche precedenti.

Il debito sportivo lo conosciamo così: “1 milione, 82 mila e 362 euro. Più 43 centesimi” (Il Dispaccio, 31 marzo 2016), cui vanno aggiunti i contributi Inps e le ritenute Irpef, somme che però vanno calcolate a parte visto che comprendono sanzioni ed interessi riferite ai tempi del versamento! Dall’altro lato esistono anche possibili crediti per diritti sui calciatori ceduti. Quel debito è indissolubilmente legato al titolo sportivo della Reggina. Nel caso del Bari si è fatto riferimento all’art. 52 delle NOIF, perché mancava ovviamente il titolo sportivo alla neonata società guidata da Paparesta che intanto aveva ottenuto l’affiliazione come da procedura.  Qui la nuova società è in possesso del titolo sportivo, ossia il diritto di partecipare ad un campionato (oggi la serie D, come comunicato dalla Figc il 7 agosto 2015: “Il Presidente Federale Carlo Tavecchio, ha deliberato l’ammissione in soprannumero al Campionato di Serie D 2015/2016 della società ASD Reggio Calabria, associazione sportiva che ha ricevuto l’accreditamento del Sindaco della città e ha posto in essere gli adempimenti previsti dall’art. 52, comma 10 delle NOIF dopo la mancata ammissione al Campionato di Divisione Unica Lega Pro”), quindi con umiltà consigliamo, a chi ci dovrebbe informare, una lettura migliore delle regole prima di puntare il dito contro gruppi e tifosi che discutono, senza banner rompicoglioni, di ciò che cazzo gli pare!

Il tribunale di Bari ha dichiarato il fallimento dell’Associazione Sportiva Bari con sentenza che conteneva anche l’autorizzazione ALL’ESERCIZIO PROVVISORIO e nomina di due curatori. I precedenti amministratori e sindaci della As Bari risultavano quindi DECADUTI a seguito dell’emissione della sentenza. I curatori hanno nominato un perito per stimare il valore del titolo sportivo poi venduto con tutto il pacchetto, compresi gli impegni coi dipendenti, all’asta; hanno predisposto l’asta del TITOLO SPORTIVO al fine di consentire ad un’altra società AFFILIATA alla Figc la possibilità di iscrivere entro il successivo 30 giugno di quell’anno il club ad un campionato professionistico. Il tutto è avvenuto a campionato in corso, con mantenimento della categoria (titolo sportivo) e anzianità di affiliazione (storia della squadra).

Di seguito il comunicato federale:
FEDERAZIONE ITALIANA GIUOCO CALCIO
00198 ROMA - VIA GREGORIO ALLEGRI, 14
CASELLA POSTALE 2450
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COMUNICATO UFFICIALE N. _177/A
Il Presidente Federale
 preso atto del fallimento dell’A.S. Bari S.p.A.;
 preso atto della intervenuta costituzione della società Football Club Bari 1908 S.r.l. (per
brevità F.C. Bari 1908 S.r.l.), la quale ha ottenuto l’affiliazione alla Federazione Italiana
Giuoco Calcio;
 preso, altresì, atto che la F.C. Bari 1908 S.r.l. ha acquisito il complesso aziendale della
fallita A.S. Bari S.p.A., comprensivo del parco tesserati risultante agli atti;
 rilevato che la F.C. Bari 1908 S.r.l. ha richiesto il trasferimento del titolo sportivo e del
suddetto parco tesserati della fallita A.S. Bari S.p.A.;
 visto il parere favorevole espresso dalla CO.VI.SO.C. nella riunione del 30 giugno 2014
sulla sussistenza dei requisiti per l’attribuzione del titolo sportivo della A.S. Bari S.p.A.
alla F.C. Bari 1908 S.r.l.;
 considerato che, in virtù di quanto sopra, può farsi luogo, tenuto anche conto del passato
calcistico e della dimensione sportiva e geografica della città di Bari, all’esercizio della
facoltà prevista dall’articolo 52, comma 3, delle Norme Organizzative Interne alla
F.I.G.C.;
 considerato che gli atti e i provvedimenti suaccennati, con particolare riguardo a quelli
intervenuti in ambito fallimentare, costituiscono ipotesi di caso eccezionale previsto
dall’articolo 110, comma 1, delle Norme Organizzative Interne alla F.I.G.C.;
 visti gli artt. 15, 16, comma 6 e 52, comma 3 delle Norme Organizzative Interne della
F.I.G.C.
d e l i b e r a
 di revocare l’affiliazione alla fallita A.S. Bari S.p.A.;
 di trasferire alla F.C. Bari 1908 S.r.l. il titolo sportivo ed il parco tesserati della fallita A.S. Bari S.p.A., cosi come risultante agli atti, MANTENENDO IN CAPO ALLA PRIMA I DIRITTI DERIVANTI DALLA ANZIANITA’ DI AFFILIAZIONE DELLA SOCIETA’ FALLITA.
PUBBLICATO IN ROMA IL 30 GIUGNO 2014
IL SEGRETARIO
Antonio Di Sebastiano
IL PRESIDENTE
Giancarlo Abete

In questi giorni la nuova società ha deliberato la variazione della denominazione, in sintesi, Urbs Sportiva Reggina 1914, cioè, U.S. Reggina 1914. Tale denominazione è divergente con le intenzioni iniziali ma anche con ciò che troviamo scritto dappertutto (l’immagine sui muri dello stadio è emblematica). Sappiamo che in avvio fu U.S. Reggina, non è quello il punto su cui focalizzare l’attenzione, magari fosse quello il nocciolo, lo avremmo già risolto agevolmente. Il problema è l’identità, la Reggina, la sua storia. Non siamo particolarmente legati ai trofei, beni materiali da acquisire, non avendo vinto coppe importanti, tranne qualcosa a livello giovanile. Sicuramente non è il marchio l’oggetto del desiderio di un tifoso, visto peraltro che quello della Reggina Calcio è stato “introdotto” nell’86 in maniera poco condivisa dalla piazza.

Considerato che il parco tesserati non esiste, di cosa stiamo parlando se non della storia, fatta di vittorie quindi blasone e perché no anche di sconfitte. Storia che dalla F.I.G.C. viene denominata come “ANZIANITA’ DI AFFILIAZIONE” che può proseguire anche con un numero diverso di matricola. Dunque può diventare non strettamente necessario, come per il Bari e per le altre, il numero di matricola per il proseguimento di una storia che solo la Federazione può riconoscere.  Ci sarebbe anche il c.d. titolo sportivo, ad oggi assente causa mancata iscrizione, e che altro non sarebbe che il riconoscimento della Lega Pro alla Reggina “storica”.  Questo è un tema proposto nella stessa sentenza di fallimento; “In quest’ottica, particolari benefici economici potrebbero conseguire a breve dalla possibilità (allo stato, invero, solo auspicata) di c.d. “ripescaggio” in una serie professionistica sportiva (in ragione della storia sportiva, del bacino di tifosi, della particolare importanza in ambito sportivo della Città di Reggio Calabria, ecc.), con conseguente ulteriore accrescimento del valore aziendale. [...] Tutto quanto appena esposto ai punti precedenti, mantenendo requisiti e condizioni, potrebbe altresì consentire alla procedura fallimentare di adottare soluzioni alternative comunque “redditizie” per il ceto creditorio: cedere l’intera azienda (con tutti i possibili assets) o, eventualmente, solo qualche ramo d’azienda (limitatamente agli assets di maggior interesse da parte dei terzi) oppure in alternativa procedere all’affitto dell’intera azienda (con tutti i possibili assets) o, eventualmente, solo qualche ramo d’azienda (limitatamente agli assets di maggior interesse da parte dei terzi)”.

Infine c’è da aggiungere che la federazione, secondo le NOIF, revoca l’affiliazione quando il tribunale comunica lo stato d’insolvenza, ci pare che il tribunale tutto stia facendo tranne che un assist per la cancellazione. Eppure leggiamo di continuo ben altro.

La storia della Reggina è nelle mani dei curatori fallimentari incaricati dal tribunale, è in mezzo a quei faldoni la continuità di una passione popolare centenaria, tenuta in vita nell’86. La sua storia può continuare e ci vogliamo credere altrimenti qualsiasi altra società avrà una storia a sé stante, iniziata da poco. Non lo diciamo noi ma la F.I.G.C., questo è tutto.
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