mercoledì 28 dicembre 2016

Domani MESSINA-REGGINA (ore 14.30)



IL CALCIO STA PER MORIRE: SALVATELO!






Non ha senso parlare di calcio visto che domani, a 10 km da casa, potremo guardare il Derby dello Stretto soltanto attraverso il pc. Ravvedetevi finché c’è tempo, la cultura di un popolo si evolve con la libertà non con i divieti!

Arriva il Derby dello Stretto, secondo consecutivo senza tifoseria ospite sugli spalti. Oggi non riusciamo a scrivere di calcio perché faremmo il gioco di chi questo sport (e non solo quello) lo sta distruggendo nell’anima. Ormai siamo al capolinea in Italia e di questo vogliamo occuparci. Il calcio non è mai mancato nel nostro blog ma non possiamo fare come gli struzzi che mettono la testa sotto la sabbia. Che senso avrebbe raccontare i momenti delle due squadre, lo stato di forma quando noi, da questo lato dello Stretto, siamo privati (come loro all’andata) di vederla a 10 km dallo stadio? Nessuno.

Il problema è complesso e generalizzato, bisogna partire da lontano, cioè, dai primi anni ’90, da quando è stato deciso che da pubblico si diventava cliente stupido e rincoglionito. Arriva Telepiù, cui si aggiunge Stream in duopolio per quattro campionati, dal 1999/2000 (stagione in cui i diritti televisivi iniziarono ad essere venduti soggettivamente dalle società invece che dalla Lega) al 2003: è quello l’inizio di un altro mondo calcistico, molto diverso dal passato. Solo per fare un esempio da quel momento non c’è stato più un derby di Milano giocato di domenica pomeriggio!

Partiamo dal campo, dal 1898 al 90/91 ecco i titoli di campione d’Italia: Genoa (9), Milan (11), Juventus (22), Pro Vercelli (7), Inter (13), Casale (1), Novese (1), Bologna (7), Torino (7), Roma (2), Fiorentina (2), Cagliari (1), Lazio (1), Verona (1), Napoli (2), Sampdoria (1). In sintesi hanno vinto lo Scudetto 13 città ed in 87 campionati italiani le strisciate (Juventus, Iinter e Milan) ne hanno vinti 46, poco più della metà del totale.

Dal 1991/92 ad oggi invece ecco il riepilogo: Milan (7), Juventus (10), Lazio (1), Roma (1), Inter (5). Vincono soltanto 2 città e mezzo e il dato clamoroso è che le strisciate negli ultimi 25 campionati ne vincono 23 (di cui uno revocato alla Juventus)!

Perché devono vincere le strisciate? Presto detto, hanno un pubblico da merchandising, stile Manchester United (con le dovute proporzioni), capace soltanto di applaudire (togliamo dal discorso gli spettatori veri delle curve ecc.) presente in tutto il paese e televisivamente dipendente. Compra gadget, consuma prodotti, acquista partite, giornali, non crea problemi perché fisicamente non esiste. In sintesi son tutti contenti perché vincono e lo show stupido seguito da casa, dove vincono sempre gli stessi, go on.

Le pay-tv hanno sproporzionato le possibilità economiche, ultimo esempio il Napoli (che non è proprio una piccola come bacino d’utenza), dopo anni di costruzione della squadra per arrivare al top, con tutta l’organizzazione possibile, era vicino alla Juventus nella contesa lo scorso anno; quest’anno sembrava poterci arrivare però gli manca il centravanti decisivo, cos’è accaduto? Niente è arrivata la Juventus con quasi 100 milioni di euro, gli ha preso Higuain e arrivederci!

Dicevamo degli inizi anni ‘90 dove il movimento calcistico basato sul business (anomalo) ha portato molti soldi a sette squadre (le famose sette sorelle) di cui moltissimi a tre privilegiate: Juventus, Inter e Milan. Soldi spesi male, senza sviluppo economico-finanziario provocando in tempi diversi che la Roma diventasse americana per non fallire, la Lazio fallita, la Fiorentina fallita, il Parma fallito. Le tre privilegiate hanno evitato il fallimento ma mentre le due milanesi hanno accumulato debiti fino ormai a diventare cinesi (complimenti), quella che ha preso più soldi di tutti (la Juventus), recitando la parte del leone, è persino andata in B (per altri gravi motivi) senza danni. Un pallone sformato dal suo stesso business e privato dell’apporto popolare grazie anche alle altre discutibili innovazioni, tutte italiane.

Dall’invenzione della tessera del tifoso, che prometteva in cambio di un microchip nel portafogli la possibilità di abbonarsi alla propria squadra del cuore e di girare in tutti gli stadi italiani, si è arrivati al paradosso dell’applicazione da parte dei governi territoriali dell’art.2 del regio decreto 773 del 1931. Come date ci siamo, è guerra ma non quella che sarebbe arrivata qualche anno dopo, questa è guerra al calcio, alla passione, alle tifoserie, cioè, al cuore del pallone.

Questo è il link che tutti potete leggere, precisamente al punto 3 c’è scritto: ESENTA DALLE SPECIFICHE RESTRIZIONI CHE POTREBBERO ESSERE IMPOSTE PER MOTIVI DI ORDINE PUBBLICO PER LE PARTITE SIA IN CASA CHE IN TRASFERTA (PER TUTTE LE PARTITE GIOCATE IN ITALIA)

Osservatorio:


Il Ministro all’epoca:

Però invece si applica questo:
Regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, art. 2:
“Il Prefetto, nel caso di urgenza o per grave necessità pubblica, ha facoltà di adottare i provvedimenti indispensabili per la tutela dell'ordine pubblico e della sicurezza pubblica”.

Nell’anno 2016, da gennaio a novembre, sono state vietate:
Bologna-Lazio, Spal-Rimini, Torrecuso-Potenza, Roma-Napoli (ai residenti in Campania), Brescia-Ascoli, Lecce-Casertana, Casertana-Lecce, Fidelis Andria-Foggia (due volte), Torino-Lazio, Juventus-Napoli (due volte), Napoli-Juventus, Napoli-Roma, Napoli-Lazio, Lazio-Napoli, Luparense San Paolo-Venezia, Atalanta-Napoli (ai residenti in Campania), Nocerina-Ebolitana, Latina-Bari, Lanciano-Bari, Salernitana-Pescara, Piacenza-Como, Ischia-Catania, Messina-Catania, Lecce-Martina Franca (due volte), Monticelli-Sambenedettese, Isola Liri-Taranto, Avellino-Bari, Benevento-Brescia, Frattese-Cavese (due volte), Martina Franca-Casertana, Mariano Comense-Varese, Viareggio-Massese, Atalanta-Roma, Legnano-Saronno, Catanzaro-Catania, Poggibonsi-Massese, Nardò-Taranto, Lanciano-Brescia, Pistoiese-Rimini, Fiorentina-Napoli, Salernitana-Pescara, Messina-Foggia, Pisa-Rimini, Monopoli-Foggia, Juve Stabia-Benevento,  Akragas-Catania, Catania-Messina, Messina-Catanzaro, Lupa Roma-Livorno, Teramo-Rimini, Gallipoli-Taranto, Sanremo-Imperia, Inter-Bologna, Avellino-Pescara, Recanatese-Sambenedettese, Poggibonsi-Viareggio, Spezia-Pescara, Juventus-Lazio, Cremonese-Pro Patria, Brescia-Vicenza, Martina Franca-Fidelis Andria, Messina-Siracusa, Reggina-Messina, Taranto-Fidelis Andria, Taranto-Catania, Pescara-Ascoli, Sambenedettese-Fano,  Pisa-Ascoli, Frosinone-Pisa, Cavese-Turris, Paganese-Juve Stabia (due volte), Olympia Agnonese-Chieti, Bisceglie-Barletta, Pisa-Spal, Fiorentina-Frosinone, Siena-Livorno, Foggia-Juve Stabia, Vigasio-Triestina, Paganese-Foggia, Campobasso-Chieti, Palermo-Lazio, Catanzaro-Paganese, Foggia-Monopoli, Foggia-Fidelis Andria, Legnano-Varese.

A dicembre l’escalation continua più forte con numerosi settori ospiti chiusi come quello che ci riguarda. Ma c’è di più, negli anni, ci sono stati divieti per partite di Promozione ed Eccellenza, oppure per match di hockey su pista e basket.

La gente ormai accetta queste decisioni perché in qualche modo le gare si vedono tutte in tv o sul pc, insomma una proposta irrinunciabile indirizzata al divano di casa. Evviva la sedentarietà, combattuta da un altro Ministero, grazie agli effetti combinati delle tv e dei divieti che lavorano assieme.

Nel pre-derby d’andata avevamo ipotizzato, visto i numeri “positivi”, di eliminare proprio i tifosi allo stadio in modo da avere zero problemi. Non è detto che questo non possa accadere visto l’andazzo; in fin dei conti gli stadi stanno via via diventando sempre più piccoli, senza bandiere, senza fumogeni, persino senza accendini per accendere quelle sigarette che lo stesso Stato vende con profitto. Però poi senza pubblico negli stadi non ci sarebbero questi organi quali l’Osservatorio cui partecipa, tra gli altri, l’ing. Carlo Longhi. L’ex arbitro, ex moviolista, collaudatore di stadi e chissà quanto altro, dovrebbe stare a casa coi nipoti piuttosto che decidere se dobbiamo andare a Messina o meno!

Quando tante cose appaiono ingiuste forse qualcosa non quadra:

Principio fondamentale della UE è il Trattato di Schengen, accordo grazie al quale abbiamo diritto di circolare liberamente all’interno dei paesi firmatari.

L’art. 13 della Costituzione “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza”.

Ipotizziamo una gita: domani verso mezzogiorno. Provate ad attraversare lo Stretto, prendete l’autostrada per Catania, tentate di prendere l’uscita Gazzi o San Filippo e fateci sapere. Noi pensiamo che rischiereste un controllo allo svincolo e un provvedimento penale (DASPO) al momento dell’esibizione del documento d’identità poiché di Reggio Calabria, anche se per una semplice passeggiata. Questa è limitazione dei più basilari diritti precostituiti o no?

Non vendere biglietti a determinati residenti non rappresenta quella discriminazione territoriale che le istituzioni calcistiche sostengono di combattere?

Tali decisioni non vengono stabilite tanto in base alla pericolosità della partita, sappiamo benissimo perché lo dice la storia che Reggina-Catania è molto più rischiosa di Reggina-Messina, quanto su un principio punitivo che non tende a migliorare il comportamento dei tifosi, ma solo ed esclusivamente e penalizzarli. I tifosi del Verona fanno casino a Frosinone e allora non vanno in Lombardia per punizione ma, la settimana dopo, a Napoli si!

Da qualche anno, è sorto anche il Comitato di Analisi e Sicurezza per le Manifestazioni Sportive (CASMS), al quale, negli ultimi anni di operato, l’Osservatorio Nazionale Manifestazioni Sportive rinvia alcune decisioni su incontri che vengono poi puntualmente vietati, raro esempio di spending review: per prendere una decisione ci vogliono due organi pressoché uguali.

Si è fatto anche cenno a modelli internazionali pur sapendo che non esistono divieti di trasferta se non per motivi seri legati al terrorismo. In più c’è una particolarità tutta italiana rispetto agli altri paesi europei, intanto i settori ospiti in nessun altro paese sono fatti come le “conigliere” italiane, gli stessi stadi sono privi non solo delle recinzioni tra campo e settori ma risultano privi delle protezioni davanti le curve che impediscono la completa visione della partita. Tutte queste discrepanze dovevano essere corrette con questo protocollo d’intesa riguardante la Lega Pro:


Vi risulta che dal 2012 si sia sviluppato qualcosa? Siamo quasi nel 2017 e gli stadi sono uguali!

In realtà in Italia si è fatta spettacolarizzazione mediatica e speculazione politica per guadagnare una manciata di voti. La strada è sbagliata, tra poco usciranno i cellulari droni per fare foto e video dall’alto, forse arriveranno gli striscioni “dronati” e magari si cercherà di abbatterli a mo’ di quaglia! Se l’obiettivo è quello di migliorare la cultura calcistica la strada è sbagliata! Così facendo, da anni si stanno creando panzoni pantofolai cui tra poco impedire anche l’imprecazione da casa. Forse sfugge che una parte di questi saranno figli e nipoti di chi governa. Ravvedetevi finché c’è tempo, la cultura di un popolo evolve con la libertà non con i divieti!

CONVOCATI

Sono ventitrè i calciatori convocati da Karel Zeman per la trasferta di domani a Messina. Ecco la lista completa.

Portieri: Licastro e Sala.
Difensori: Cane, Cucinotti, Gianola, Isabella, Kosnic, Lo, Porcino, Possenti.
Centrocampisti: Bangu, Botta, De Francesco, Knudsen, Mazzone, Romanò.
Attaccanti: Bianchimano, Carpentieri, Coralli, Lancia, Silenzi, Tommasone, Tripicchio.

MESSINA-REGGINA SU IDDUSAPI

Domani sera il resoconto del “Derby dello Stretto” con analisi e pagelle, il tutto a modo nostro. Venerdì sera invece spazio all’unico ed inimitabile “Tatticamente”. Forza Reggina!
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