IL CALCIO STA PER
MORIRE: SALVATELO!
Non ha senso parlare di calcio visto
che domani, a 10 km da casa, potremo guardare il Derby dello Stretto soltanto
attraverso il pc. Ravvedetevi finché c’è tempo, la cultura
di un popolo si evolve con la libertà non con i divieti!
♦ Arriva il Derby dello Stretto, secondo consecutivo senza
tifoseria ospite sugli spalti. Oggi non riusciamo a scrivere di calcio perché
faremmo il gioco di chi questo sport (e non solo quello) lo sta distruggendo
nell’anima. Ormai siamo al capolinea in Italia e di questo vogliamo occuparci.
Il calcio non è mai mancato nel nostro blog ma non possiamo fare come gli
struzzi che mettono la testa sotto la sabbia. Che senso avrebbe raccontare i
momenti delle due squadre, lo stato di forma quando noi, da questo lato dello Stretto,
siamo privati (come loro all’andata) di vederla a 10 km dallo stadio? Nessuno.
Il problema è
complesso e generalizzato, bisogna partire da lontano, cioè, dai primi anni
’90, da quando è stato deciso che da pubblico si diventava cliente stupido e
rincoglionito. Arriva Telepiù, cui si aggiunge Stream in duopolio per quattro campionati,
dal 1999/2000 (stagione in cui i diritti televisivi iniziarono ad essere
venduti soggettivamente dalle società invece che dalla Lega) al 2003: è quello
l’inizio di un altro mondo calcistico, molto diverso dal passato. Solo per fare
un esempio da quel momento non c’è stato più un derby di Milano giocato di
domenica pomeriggio!
Partiamo dal campo, dal
1898 al 90/91 ecco i titoli di campione d’Italia: Genoa (9), Milan (11),
Juventus (22), Pro Vercelli (7), Inter (13), Casale (1), Novese (1), Bologna
(7), Torino (7), Roma (2), Fiorentina (2), Cagliari (1), Lazio (1), Verona (1),
Napoli (2), Sampdoria (1). In sintesi hanno vinto lo Scudetto 13 città ed in 87
campionati italiani le strisciate (Juventus, Iinter e Milan) ne hanno vinti 46,
poco più della metà del totale.
Dal 1991/92 ad oggi
invece ecco il riepilogo: Milan (7), Juventus (10), Lazio (1), Roma (1), Inter
(5). Vincono soltanto 2 città e mezzo e il dato clamoroso è che le strisciate
negli ultimi 25 campionati ne vincono 23 (di cui uno revocato alla Juventus)!
Perché devono vincere
le strisciate? Presto detto, hanno un pubblico da merchandising, stile Manchester
United (con le dovute proporzioni), capace soltanto di applaudire (togliamo dal
discorso gli spettatori veri delle curve ecc.) presente in tutto il paese e televisivamente
dipendente. Compra gadget, consuma prodotti, acquista partite, giornali, non
crea problemi perché fisicamente non esiste. In sintesi son tutti contenti
perché vincono e lo show stupido seguito da casa, dove vincono sempre gli
stessi, go on.
Le pay-tv hanno sproporzionato
le possibilità economiche, ultimo esempio il Napoli (che non è proprio una
piccola come bacino d’utenza), dopo anni di costruzione della squadra per
arrivare al top, con tutta l’organizzazione possibile, era vicino alla Juventus
nella contesa lo scorso anno; quest’anno sembrava poterci arrivare però gli
manca il centravanti decisivo, cos’è accaduto? Niente è arrivata la Juventus con
quasi 100 milioni di euro, gli ha preso Higuain e arrivederci!
Dicevamo degli inizi
anni ‘90 dove il movimento calcistico basato sul business (anomalo) ha portato
molti soldi a sette squadre (le famose sette sorelle) di cui moltissimi a tre
privilegiate: Juventus, Inter e Milan. Soldi spesi male, senza sviluppo
economico-finanziario provocando in tempi diversi che la Roma diventasse americana
per non fallire, la Lazio fallita, la Fiorentina fallita, il Parma fallito. Le
tre privilegiate hanno evitato il fallimento ma mentre le due milanesi hanno
accumulato debiti fino ormai a diventare cinesi (complimenti), quella che ha
preso più soldi di tutti (la Juventus), recitando la parte del leone, è persino
andata in B (per altri gravi motivi) senza danni. Un pallone sformato dal suo
stesso business e privato dell’apporto popolare grazie anche alle altre
discutibili innovazioni, tutte italiane.
Dall’invenzione della
tessera del tifoso, che prometteva in cambio di un microchip nel portafogli la
possibilità di abbonarsi alla propria squadra del cuore e di girare in tutti
gli stadi italiani, si è arrivati al paradosso dell’applicazione da parte dei governi
territoriali dell’art.2 del regio decreto 773 del 1931. Come date ci siamo, è
guerra ma non quella che sarebbe arrivata qualche anno dopo, questa è guerra al
calcio, alla passione, alle tifoserie, cioè, al cuore del pallone.
Questo è il link che
tutti potete leggere, precisamente al punto 3 c’è scritto: ESENTA DALLE
SPECIFICHE RESTRIZIONI CHE POTREBBERO ESSERE IMPOSTE PER MOTIVI DI ORDINE
PUBBLICO PER LE PARTITE SIA IN CASA CHE IN TRASFERTA (PER TUTTE LE PARTITE
GIOCATE IN ITALIA)
Osservatorio:
Il Ministro
all’epoca:
Però invece si
applica questo:
Regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, art. 2:
“Il Prefetto, nel caso di urgenza o per grave necessità
pubblica, ha facoltà di adottare i provvedimenti indispensabili per la tutela
dell'ordine pubblico e della sicurezza pubblica”.
Nell’anno 2016, da
gennaio a novembre, sono state vietate:
Bologna-Lazio, Spal-Rimini,
Torrecuso-Potenza, Roma-Napoli (ai residenti in Campania), Brescia-Ascoli, Lecce-Casertana,
Casertana-Lecce, Fidelis Andria-Foggia (due volte), Torino-Lazio, Juventus-Napoli
(due volte), Napoli-Juventus, Napoli-Roma, Napoli-Lazio, Lazio-Napoli, Luparense
San Paolo-Venezia, Atalanta-Napoli (ai residenti in Campania), Nocerina-Ebolitana,
Latina-Bari, Lanciano-Bari, Salernitana-Pescara, Piacenza-Como, Ischia-Catania,
Messina-Catania, Lecce-Martina Franca (due volte), Monticelli-Sambenedettese, Isola
Liri-Taranto, Avellino-Bari, Benevento-Brescia, Frattese-Cavese (due volte), Martina
Franca-Casertana, Mariano Comense-Varese, Viareggio-Massese, Atalanta-Roma, Legnano-Saronno,
Catanzaro-Catania, Poggibonsi-Massese, Nardò-Taranto, Lanciano-Brescia, Pistoiese-Rimini,
Fiorentina-Napoli, Salernitana-Pescara, Messina-Foggia, Pisa-Rimini, Monopoli-Foggia,
Juve Stabia-Benevento, Akragas-Catania, Catania-Messina,
Messina-Catanzaro, Lupa Roma-Livorno, Teramo-Rimini, Gallipoli-Taranto, Sanremo-Imperia,
Inter-Bologna, Avellino-Pescara, Recanatese-Sambenedettese, Poggibonsi-Viareggio,
Spezia-Pescara, Juventus-Lazio, Cremonese-Pro Patria, Brescia-Vicenza, Martina
Franca-Fidelis Andria, Messina-Siracusa, Reggina-Messina, Taranto-Fidelis Andria,
Taranto-Catania, Pescara-Ascoli, Sambenedettese-Fano, Pisa-Ascoli, Frosinone-Pisa, Cavese-Turris, Paganese-Juve
Stabia (due volte), Olympia Agnonese-Chieti, Bisceglie-Barletta, Pisa-Spal, Fiorentina-Frosinone,
Siena-Livorno, Foggia-Juve Stabia, Vigasio-Triestina, Paganese-Foggia, Campobasso-Chieti,
Palermo-Lazio, Catanzaro-Paganese, Foggia-Monopoli, Foggia-Fidelis Andria, Legnano-Varese.
A dicembre
l’escalation continua più forte con numerosi settori ospiti chiusi come quello
che ci riguarda. Ma c’è di più, negli anni, ci sono stati divieti per partite
di Promozione ed Eccellenza, oppure per match di hockey su pista e basket.
La gente ormai accetta
queste decisioni perché in qualche modo le gare si vedono tutte in tv o sul pc,
insomma una proposta irrinunciabile indirizzata al divano di casa. Evviva la
sedentarietà, combattuta da un altro Ministero, grazie agli effetti combinati delle
tv e dei divieti che lavorano assieme.
Nel pre-derby
d’andata avevamo ipotizzato, visto i numeri “positivi”, di eliminare proprio i
tifosi allo stadio in modo da avere zero problemi. Non è detto che questo non
possa accadere visto l’andazzo; in fin dei conti gli stadi stanno via via
diventando sempre più piccoli, senza bandiere, senza fumogeni, persino senza
accendini per accendere quelle sigarette che lo stesso Stato vende con profitto.
Però poi senza pubblico negli stadi non ci sarebbero questi organi quali
l’Osservatorio cui partecipa, tra gli altri, l’ing. Carlo Longhi. L’ex arbitro,
ex moviolista, collaudatore di stadi e chissà quanto altro, dovrebbe stare a
casa coi nipoti piuttosto che decidere se dobbiamo andare a Messina o meno!
Quando tante cose
appaiono ingiuste forse qualcosa non quadra:
♦ Principio fondamentale della UE è il Trattato di Schengen,
accordo grazie al quale abbiamo diritto di circolare liberamente all’interno
dei paesi firmatari.
♦ L’art. 13 della Costituzione “Ogni cittadino può
circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio
nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per
motivi di sanità o di sicurezza”.
Ipotizziamo una gita:
domani verso mezzogiorno. Provate ad attraversare lo Stretto, prendete
l’autostrada per Catania, tentate di prendere l’uscita Gazzi o San Filippo e
fateci sapere. Noi pensiamo che rischiereste un controllo allo svincolo e un
provvedimento penale (DASPO) al momento dell’esibizione del documento
d’identità poiché di Reggio Calabria, anche se per una semplice passeggiata. Questa
è limitazione dei più basilari diritti precostituiti o no?
Non vendere biglietti
a determinati residenti non rappresenta quella discriminazione territoriale che
le istituzioni calcistiche sostengono di combattere?
Tali decisioni non
vengono stabilite tanto in base alla pericolosità della partita, sappiamo
benissimo perché lo dice la storia che Reggina-Catania è molto più rischiosa di
Reggina-Messina, quanto su un principio punitivo che non tende a migliorare il
comportamento dei tifosi, ma solo ed esclusivamente e penalizzarli. I tifosi del
Verona fanno casino a Frosinone e allora non vanno in Lombardia per punizione ma,
la settimana dopo, a Napoli si!
Da qualche anno, è
sorto anche il Comitato di Analisi e Sicurezza per le Manifestazioni Sportive
(CASMS), al quale, negli ultimi anni di operato, l’Osservatorio Nazionale Manifestazioni
Sportive rinvia alcune decisioni su incontri che vengono poi puntualmente
vietati, raro esempio di spending review: per prendere una decisione ci
vogliono due organi pressoché uguali.
Si è fatto anche
cenno a modelli internazionali pur sapendo che non esistono divieti di
trasferta se non per motivi seri legati al terrorismo. In più c’è una
particolarità tutta italiana rispetto agli altri paesi europei, intanto i
settori ospiti in nessun altro paese sono fatti come le “conigliere” italiane,
gli stessi stadi sono privi non solo delle recinzioni tra campo e settori ma
risultano privi delle protezioni davanti le curve che impediscono la completa
visione della partita. Tutte queste discrepanze dovevano essere corrette con
questo protocollo d’intesa riguardante la Lega Pro:
Vi risulta che dal
2012 si sia sviluppato qualcosa? Siamo quasi nel 2017 e gli stadi sono uguali!
In realtà in Italia
si è fatta spettacolarizzazione mediatica e speculazione politica per
guadagnare una manciata di voti. La strada è sbagliata, tra poco usciranno i
cellulari droni per fare foto e video dall’alto, forse arriveranno gli
striscioni “dronati” e magari si cercherà di abbatterli a mo’ di quaglia! Se
l’obiettivo è quello di migliorare la cultura calcistica la strada è sbagliata!
Così facendo, da anni si stanno creando panzoni pantofolai cui tra poco
impedire anche l’imprecazione da casa. Forse sfugge che una parte di questi
saranno figli e nipoti di chi governa. Ravvedetevi finché c’è tempo, la cultura
di un popolo evolve con la libertà non con i divieti!
CONVOCATI
♦ Sono ventitrè i calciatori convocati da Karel Zeman per la trasferta
di domani a Messina. Ecco la lista completa.
♦ Portieri: Licastro e Sala.
♦ Difensori: Cane, Cucinotti, Gianola, Isabella, Kosnic, Lo, Porcino,
Possenti.
♦ Centrocampisti: Bangu, Botta, De Francesco, Knudsen, Mazzone,
Romanò.
♦ Attaccanti: Bianchimano, Carpentieri, Coralli, Lancia, Silenzi,
Tommasone, Tripicchio.
MESSINA-REGGINA SU IDDUSAPI
♦ Domani sera il resoconto del “Derby dello Stretto” con analisi
e pagelle, il tutto a modo nostro. Venerdì sera invece spazio all’unico ed
inimitabile “Tatticamente”. Forza Reggina!
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