VIAGGIO DENTRO
LA
CRISI AMARANTO
Analizziamo ciò che non sta funzionando toccando tutte le varie componenti. Avversario difficile la Fidelis Andria, bisogna
stare corti e allargare velocemente il gioco
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Altro giro ed altro avversario ostico per gli
amaranto. Arriva la Fidelis Andria che veleggia nelle zone medio alte della
classifica, è sesta con 25 punti, viaggia alla media di un gol fatto ed uno subito
in partita, gioca con il 5-3-2 ed è una squadra che non perde da nove partite
(quattro vittorie e cinque pareggi), l’ultima il 9 ottobre contro il Monopoli
di Mariotto e Zanin. Torneremo nel finale sulla Fidelis Andria ma occorre fare
un passo indietro e guardare in casa nostra andando ad analizzare ciò che non
funziona parlando delle varie componenti.
Mimmo Praticò
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♦ PRESIDENTE. Partiamo ovviamente dal vertice. La scelta errata che gli
imputiamo è il Dgs. Ad onor del vero lui aveva scelto Massimo Mariotto quindi
Gabriele Martino è stata di conseguenza la seconda scelta. Ma l’ex numero 6
della “Banda Scala” ha declinato perché non c’erano le condizioni per lavorare
come avrebbe voluto. Le voci si sono rincorse riguardanti la nomina di Martino,
una delle quali portava direttamente al Sindaco in una specie di scambio: ti dò
il titolo sportivo se prendi quel Dgs. Il Presidente ha smentito tutto ciò e
allora, avendolo scelto lui, ha clamorosamente sbagliato anche perché, prima di
chiamarlo, non lo reputava adatto alla Serie D in quanto inesperto per la
categoria. Una volta scelto gli ha dato carta bianca.
Gabriele Martino
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♦ DGS. Non staremo qui a raccontarvi la sua carriera dal 2004 in poi,
ci soffermiamo su questi due anni dove ha commesso una miriade di errori
aggravati dalla scarsa liquidità societaria e dall’aver avuto carta bianca.
L’anno scorso si è cimentato per la prima volta in Serie D ed è arrivato quando
Ciccio Cozza e Carmelo Rappoccio avevano già costruito mezza squadra. Ha
rivoluzionato l’organico come un calzino e l’ossatura del flop è presto
servita: Ventrella, Cucinotti, Castaldi, Riva, De Bode, Brunetti, Cane, Foderaro,
Tiboni, Pescatore, Oggiano come titolari più
Mautone, D’Angelo, Forgione, Zampaglione come riserve. Praticamente una squadra intera. Non contento,
quest’anno ha perseverato confermando dalla formazione flop Cane, Cucinotti, De
Bode e Oggiano. De Bode era il capitano a Fondi, Cane il vice, ad Oggiano è
stata riservata la maglia numero 10. Ha scelto come tecnico KZ virando sul
4-3-3 e costruendo queste fasce: Maesano, Cane, Carpentieri, Tripicchio, De Marco
e Oggiano a destra; Porcino, Possenti, Brunetti, Tommasone e Lancia a sinistra.
Ad oggi, escluso Porcino, e tolti Brunetti e De Marco (mandati via dopo la
prima partita) si sono rivelati autentici fallimenti. Inoltre c’è da
considerare un’altra cosa: a Fondi, Porcino giocò da terzino sinistro e fece
male. Col Messina KZ l’ha inventato esterno alto ed abbiamo trovato gol e
assist, avesse fatto bene probabilmente oggi avremmo qualche punto in meno. Poi
ci sono i vari Knudsen, Romanò, Cucinotti, Bianchimano che non hanno inciso e
Silenzi, Mazzone, Lo e Licastro che non hanno mai giocato (o quasi). Infine ci
sono Sala, Gianola, Kosnic, Botta, Bangu, De Francesco e Coralli: un asse
portante che scricchiola perché i giovani non hanno continuità di rendimento,
Gianola è un quasi esordiente e gli esperti fanno la differenza solo se hanno
voglia. Insomma, anche quest’anno potremmo fare la formazione del flop. Poi c’è
il settore giovanile dove bisognerebbe costruire il futuro della Reggina e le
partite in casa si perdono 7-0 (col Cosenza) e dove il 2 settembre le squadre
giovanili (Berretti esclusa) non avevano allenatori con i campionati che
iniziavano il 10. Ultima in ordine di tempo la sconfitta a tavolino degli
esordienti per aver schierato calciatori non tesserati. Poi ci sarebbe pure la
scelta del team manager dopo le dimissioni di Conti e Scimone: ha scelto
Damato, che già ha avuto al Barletta ed abbiamo visto scene davvero poco
edificanti in panchina. Infine ci sono i teatrini settimanali grazie alla
compiacenza di giornalisti amici come fossimo ancora a metà anni ’90. I tempi
sono cambiati, bisognerebbe adeguarsi.
Karel Zeman
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♦ ALLENATORE. L’organico che ha a disposizione non è di primissima scelta ma
aveva fatto intravedere qualcosa di buono. Noi amiamo visceralmente il calcio
di suo padre e, dalla seconda alla nona giornata, ci siamo divertiti a vedere
giocare la Reggina allenata da uno Zeman. L’inizio a Fondi era stato
traumatico, poi è arrivato il derby col Messina e da lì la squadra ci aveva
fatto illudere. Poi è arrivato il pari di Caserta nel recupero e da lì è
iniziata la discesa. Non vinciamo da nove partite ma ciò che preoccupa è l’involuzione
della squadra. Abbiamo smesso di essere, almeno in parte, zemaniani, il 4-3-3
iniziale ha lasciato spazio ad una specie di 4-5-1 che in realtà è un
1-1-2-1-2-2-1, in pratica sette linee di gioco che ci allungano sul campo. Sala
in porta, Kosnic libero, Gianola doppio ruolo: stopper di Kosnic e libero dei
terzini Cane, Possenti; Botta davanti alla difesa; Bangu (o Knudsen) e De
Francesco interni; Tripicchio e Porcino esterni; Coralli (o Bianchimano) punta
centrale. Senza fuorigioco, senza pressing, ci sembra di essere tornati ai
tempi di Atzori. Il gol di Francavilla è emblematico con Kosnic libero
staccatissimo e la squadra spalmata in verticale sul terreno di gioco,
lunghissima e disunita. Così come sono emblematiche le occasioni del Foggia con
l’uomo libero alle spalle dei nostri terzini: se dobbiamo stringerci in difesa
e non facciamo il fuorigioco allora tanto vale marcarli gli avversari! Sennò
possiamo chiamare Eugenio Fascetti e giocare col suo 1-3-4-2.
I calciatori (foto Reggina 1914)
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♦ SQUADRA. Non possono essere esclusi dalla situazione attuale i
calciatori. In campo si vede una squadra senza mordente, con errori individuali
clamorosi e scelte che si rilevano spesso errate nella lettura delle
situazioni. Detto questo l’undici base ha dimostrato per otto partite di poter
competere e lottare con tutte. Devono ripartire da lì e devono ripartire dai
comportamenti. Abbiamo frequentato calciatori in passato e sappiamo benissimo
che sono ragazzi giovani che hanno bisogno dei loro svaghi. Però, specie quando
le cose non vanno, le serate si organizzano a casa di qualcuno non in giro per
locali dove i tifosi possono tranquillamente vederli e pensare che ai ragazzi
non frega nulla. Incontrare nei locali, durante la settimana, alle 2 di notte i
calciatori non è edificante. Serve attaccamento ai colori e voglia di morire su
ogni pallone, il tempo del divertimento arriverà.
♦ L’IMMEDIATO FUTURO. Sono due le notizie della settimana. La prima è stata riportata
da “Il Dispaccio” e riguarda una riunione in sede con il presidente Praticò che
ha convocato il Dgs Martino per chiedere conto della situazione della squadra.
Il Dgs ha rilanciato chiedendo di allungare il contratto dell’allenatore fino a
giugno 2018 (scade a giugno 2017) per dargli forza nei confronti della squadra.
Evidentemente anche il Dgs ritiene che i calciatori stiano giocando contro il
tecnico. Oppure serve per mascherare il suo fallimento. La seconda è di
stamattina ed è apparsa su “La Gazzetta dello Sport” che parla di un Praticò
vicino al passo d’addio. Non è la prima volta che escono voci del genere, attendiamo eventuali sviluppi.
In chiusura torniamo
sulla Fidelis Andria di mister Favarin che, come detto, gioca con il 5-3-2. Aveva
iniziato la stagione con il 4-4-2 cambiano sistema di gioco dopo la sconfitta
con il Monopoli, da lì non ha più perso. In fase difensiva tendono a stringersi
ed accentrarsi con le linee mentre hanno qualche difficoltà se costretti ad
allargarsi sulle fasce ma soltanto se le giocate sono veloci altrimenti si
ricompattano. Giocano bassi per lasciarsi campo da attaccare infatti, una volta
recuperata la palla, si fiondano in avanti giocando negli spazi, la Reggina
lunga delle ultime partite soffrirebbe tantissimo. In genere attaccano con le
due punte, le due mezzali ed i due esterni mentre la difesa rimane a tre con il
mediano Piccinni a protezione, capace però con gli avversari schiacciati di
arrivare al tiro dalla distanza. I loro migliori marcatori sono gli attaccanti
Cianci e Cruz (ex Hinterreggio) e la mezzala destra Onescu abile negli
inserimenti senza palla, con tre centri a testa: in pratica 9 dei 15 gol totali
realizzati. Se rimaniamo corti e facciamo girare velocemente la palla possiamo
metterli in difficoltà, in sostanza dipende molto da noi. Avremo voglia di
farlo? Noi speriamo di rivedere la Reggina sbarazzina delle prime partite. Al
campo l’ardua sentenza.
CONVOCATI
♦ Sono ventidue i calciatori convocati da Karel Zeman per la sfida di
domani contro la Fidelis Andria. Non ci sono Coralli e Maesano, prima convocazione per il giovane Isabella (classe 2000). Ecco la lista completa.
♦ Portieri: Licastro e Sala.
♦ Difensori: Cane, Cucinotti, Gianola, Kosnic, Isabella, Lo, Porcino, Possenti.
♦ Centrocampisti: Bangu, Botta, De Francesco, Knudsen, Mazzone,
Romanò.
♦ Attaccanti: Bianchimano, Carpentieri, Lancia, Silenzi,
Tommasone, Tripicchio.
REGGINA-FIDELIS ANDRIA SU IDDUSAPI
♦ Domani sera il resoconto della gara con analisi e pagelle, il
tutto a modo nostro. Lunedì sera invece spazio all’unico ed inimitabile
“Tatticamente”. Forza Reggina!
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