sabato 7 settembre 2013

IDDUSAPI PRIMA JUVE STABIA

AUTOGESTIONE
di Gabriele D'Annunzio

La brutta gara di Lanciano ha provocato un serie di reazioni, all’interno ed all’esterno, di cui dobbiamo occuparci prima della presentazione della gara contro la Juventus (detto così dà il senso dell’avversario…) di Castellamare di Stabia. Le reazioni dall’interno sono iniziate già la sera stessa a Lanciano, per poi proseguire su giornali, radio e siti. Nella stessa serata l’allenatore ha scaricato le responsabilità di quello che lui stesso ha definito “anticalcio” alla squadra ed ha chiaramente espresso la convinzione di non poter competere neanche per i play-off; Il presidente in modo più generico e meno duro, ha evidenziato la brutta prestazione rivolgendosi a “tutti”. Nei giorni successivi la dose è stata rincarata dall’allenatore e ciò ha comportato l’evoluzione in esterno che, a quel punto, ha coinvolto stampa e tifosi. La stampa, in sostanza, ha evidenziato la differenza di opinioni sul valore della squadra e sugli obiettivi da raggiungere esistente tra l’allenatore p.t. e la società.

Siccome ci siamo riferiti ai siti, vogliamo analizzare una frase del presidente intervistato da Francesco Mortara su InAmaranto: Gli obbiettivi della società quali sono allo stato attuale? Resta confermata la volontà di promozione dichiarata alla vigilia del campionato? “L’obbiettivo è quello che ho dichiarato dal primo momento, cioè che il mio interesse è quello di vincere. Poi tutto sarà legato al campo, allo svolgimento di 42 partite, adesso ne restano 40. Quindi sarà quello l’unico obbiettivo che, almeno la società, c’ha”. Soffermiamoci su quest’ultimo rigo: l’obiettivo di vincere, a bocca del presidente, ce l’ha ALMENO LA SOCIETA’.

Chi sarebbero gli altri che non vogliono vincere, i tifosi? La stampa? O i calciatori che non hanno parlato in questa settimana? Evidentemente il riferimento è rivolto a chi si è espresso in termini contrari, peraltro andando a fare paragoni insussistenti con la scorsa stagione, dalla posizione di chi in organico si trova finalmente un portiere bravo ed un centrocampo di elevato livello, come non si vedeva da anni: fermo restando Colucci, gli altri in mezzo erano Armellino ed Hetemaj, oggi Strasser e Rigoni!

La Reggina dopo il mercato, con Foglio e le nuove mezze punte, non vale al massimo il tredicesimo posto, con i play off allargati ed in virtù di una campagna acquisti mai vista negli ultimi dieci anni, ha il dovere di aspirare a qualcosa di importante. Altro che salvezza come il Lanciano! Per “vincere”, oltre che sconfiggere gli avversari, serve l’equilibrio, prima che in campo nelle quattro mura dello spogliatoio.

In passato la Reggina ha avuto figure di allenatori bravi che sapevano accentrare in modo intelligente le pressioni sulla loro figura (Mazzarri, De Canio, Colomba senza andare troppo indietro ai tempi di Scala, ecc.), però prima c’era la sostanza, il fatto che è la dimostrazione della bravura, poi le parole anche con quel pizzico di autopromozione che tutti i professionisti del settore si lasciano cadere addosso. Nella ridda di nomi estivi, lo abbiamo scritto, alla fine il presidente ha fatto un ragionamento semplice: volete lui, lo prendo e mi tolgo questa responsabilità, a maggior ragione per il prezzo (un invito a nozze) che lui stesso ha potuto stabilire. Errore grave e si è visto.

Siamo già ad un punto di svolta. Il gradimento verso il tecnico può essere più o meno discutibile, il fanatismo di alcuni suoi sostenitori è inaccettabile. Si parla di abili manovratori di quest’era internettiana: non c’è un sondaggio che le veloci manine si lascino sfuggire, non c’è tregua per il click diverso. Pochi ma rumorosi, quasi insiders di social network, di forum. Il tutto per cercare di portare la convinzione della gente vicina al loro pensiero e sempre più lontana dal calcio. Datevi una calmata che siete diventati ridicoli! Due anni fa eravamo veramente pochi (i 4/5 in servizio permanente - cit. A. Pedullà) ad aver “sgamato” questo clima particolare, funzionante a tratti, con eccellenti personaggi esclusi perché antipatici (Mazzarri). Oggi c’è un pubblico diverso, che ha metabolizzato anni di anticalcio e che in buona parte ha valutato quelle esternazioni come salvaguardia della propria immagine più che atto di generosità verso il tifoso.

Esisteva anche una sottolinea di pensiero che sposava il suo dire per sostenere la critica al presidente. Questi tifosi, che hanno utilizzato le dichiarazioni del tecnico come strumento contro Foti, hanno già potuto verificare il dietrofront: sul “Corriere Dello Sport” di venerdì, quindi nella giornata di giovedì, aveva già cambiato idea. Praticamente mentre fioccavano gli editoriali e si sviluppava questa tesi, lui si smentiva! Inutile continuare a dilungarsi sull’argomento, noi con le righe seguenti siamo alle conclusioni, chi se ne è curato solo in settimana che continui pure, magari correggendo opinioni ed eventuali sondaggi, causa retromarcia!

La Juve Stabia è una squadra in costruzione, buon allenatore, organizzata, dopo una discreta prestazione senza risultato con lo Spezia, si è rafforzata l’ultimo giorno di mercato, ma è pur sempre un avversario alla portata. Serve il collettivo e l’unità di intenti. Senza allenatore, laddove non ci arriva l’organizzazione di gioco, la quadratura del cerchio può avvenire dal campo. Esempi passati ce ne sono, con un ridimensionamento della figura del mister, qualche formazione ha vinto anche campionati. La voglia dei giocatori, col supporto della società, può arrivare dappertutto ma serve capacità anche in questo, cioè, sapersi defilare senza contraccolpi. Zoratti è l’esempio tipico di chi è riuscito, senza che se ne accorgesse nessuno, a rappresentare l’allenatore vincente con l’intelligenza di chi lascia fare. Ci sono squadre che lo possono fare, quella era adatta, questa lo deve dimostrare. Se così non fosse, altre alternative non ce ne sarebbero, Atzori (così come Dionigi) è giovane, forse si faranno entrambi come tecnici, la Reggina eventualmente avrebbe bisogno di altro.


P.S.: “Colucci non ha fatto bene né da trequartista e nemmeno in mezzo al campo”. “Guai a chi tocca i miei ragazzi”. Due persone diverse? No, Gianluca Atzori mercoledì e ieri in conferenza stampa.
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